Il presidente Enpaia Antonio Piva |
Meno terra da coltivare e decimazioni di
coltivazioni a causa di nuove malattie delle piante, potrebbero indurre a
ricorrere ad un nuovo strumento di supporto economico- finanziario per gli
agricoltori ovvero i minibond. Secondo il presidente di Enpaia (dell’Ente
nazionale di previdenza per gli addetti e gli impiegati in agricoltura),
Antonio Piva, prima di Natale 2015 si ricorrerà alle obbligazioni per ottenere
finanziamenti altrimenti inaccessibili per i singoli imprenditori agrari. In
pratica il piano “minibond” si svilupperà in tre tranche di titoli, in cui si
prevede un esborso di 1 milione di euro. L’aiuto dovrebbe sostenere un settore
primario in affanno, secondo gli ultimi resoconti di Cia (Confederazione
Italiana Agricoltura) e secondo i dati Fao, in cui si evince un calo
vertiginoso dei prezzi su materie prime come latte, carne e verdura, che ha
provocato danni ingenti all’economia agricola e fatto il bene per il comparto
agroalimentare, che acquista prodotti dalla terra, praticamente a prezzi
stracciati. Secondo Piva investire su minibond, significherebbe poter allargare
le aziende e renderle più competitive. In realtà il Governo, ha già introdotto
i minibond nel 2012 per le PMI ovvero le piccole e medie imprese italiane. Si
tratta di un procedimento simile a quello della quotazione in borsa, dove se si
vuole finanziare uno stabilimento o aprirne uno all’estero, si possono emettere
obbligazioni, ovvero bond con la promessa che tra 3,5,10 anni, chi ha
acquistato quei titoli, riceverà indietro non solo la quota spesa ma anche gli
interessi maturati, questo consentirà di avere liquidità immediata senza
ricorrere al classico meccanismo delle banche. L’Enpaia specifica che non
presterà denaro, in quanto non si tratta di una banca, ma saranno soldi
virtualmente disponibili sotto forma di obbligazioni, che consentirebbero l’acquisto
di terreni e in generale aiuterebbero l’attività agricola. Secondo Piva infine,
i titoli si potranno emettere per un massimo di 15 anni, in maniera tale da
consentire alle imprese agricole di avere più tempo per rientrare nel prestito,
restituendo la liquidità ricevuta. Un piano articolato che dovrebbe avere il
via entro i prossimi mesi dal Ministero dell’Agricoltura con il supporto di un
soggetto garante come Cassa depositi e prestiti. Se l’operazione riuscisse
l’Enpaia potrebbe dare l’esempio ad altre casse integrative di previdenza per
sbloccare prestiti e finanziare i singoli professionisti. Sempre che quelle casse abbiano bilanci solidi
come la terra coltivata dagli agricoltori italiani.
Testi a cura del Dr Giovanni Sorgente
Fonte.: La Stampa
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