lunedì 2 febbraio 2015

I minibond, cosa sono? Come potrebbero essere utili all’agricoltura italiana? Le novità spiegate dal direttore dell'Enpaia Antonio Piva

Il presidente Enpaia Antonio Piva
Meno terra da coltivare e decimazioni di coltivazioni a causa di nuove malattie delle piante, potrebbero indurre a ricorrere ad un nuovo strumento di supporto economico- finanziario per gli agricoltori ovvero i minibond. Secondo il presidente di Enpaia (dell’Ente nazionale di previdenza per gli addetti e gli impiegati in agricoltura), Antonio Piva, prima di Natale 2015 si ricorrerà alle obbligazioni per ottenere finanziamenti altrimenti inaccessibili per i singoli imprenditori agrari. In pratica il piano “minibond” si svilupperà in tre tranche di titoli, in cui si prevede un esborso di 1 milione di euro. L’aiuto dovrebbe sostenere un settore primario in affanno, secondo gli ultimi resoconti di Cia (Confederazione Italiana Agricoltura) e secondo i dati Fao, in cui si evince un calo vertiginoso dei prezzi su materie prime come latte, carne e verdura, che ha provocato danni ingenti all’economia agricola e fatto il bene per il comparto agroalimentare, che acquista prodotti dalla terra, praticamente a prezzi stracciati. Secondo Piva investire su minibond, significherebbe poter allargare le aziende e renderle più competitive. In realtà il Governo, ha già introdotto i minibond nel 2012 per le PMI ovvero le piccole e medie imprese italiane. Si tratta di un procedimento simile a quello della quotazione in borsa, dove se si vuole finanziare uno stabilimento o aprirne uno all’estero, si possono emettere obbligazioni, ovvero bond con la promessa che tra 3,5,10 anni, chi ha acquistato quei titoli, riceverà indietro non solo la quota spesa ma anche gli interessi maturati, questo consentirà di avere liquidità immediata senza ricorrere al classico meccanismo delle banche. L’Enpaia specifica che non presterà denaro, in quanto non si tratta di una banca, ma saranno soldi virtualmente disponibili sotto forma di obbligazioni, che consentirebbero l’acquisto di terreni e in generale aiuterebbero l’attività agricola. Secondo Piva infine, i titoli si potranno emettere per un massimo di 15 anni, in maniera tale da consentire alle imprese agricole di avere più tempo per rientrare nel prestito, restituendo la liquidità ricevuta. Un piano articolato che dovrebbe avere il via entro i prossimi mesi dal Ministero dell’Agricoltura con il supporto di un soggetto garante come Cassa depositi e prestiti. Se l’operazione riuscisse l’Enpaia potrebbe dare l’esempio ad altre casse integrative di previdenza per sbloccare prestiti e finanziare i singoli professionisti. Sempre che quelle casse abbiano bilanci solidi come la terra coltivata dagli agricoltori italiani. 

Testi a cura del Dr Giovanni Sorgente
Fonte.: La Stampa


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